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Mostra Personale di Arte Contemporanea



A Civita di Bagnoregio

L'associazione culturale
" Il Crogiuolo"

per direzione artistica
di Patrizia Sileoni
presenta:

Mostra Personale di Arte Contemporanea :

"IL SEGNO dei Grandi Maestri "

del M°Bruno Caruso

Dal 25 novembre 2005
al 19 febbraio 2006

Opere in mostra



Quel che Sinisgalli scriveva nel 1954 - «Caruso vive in bilico tra un' acutezza e una freddezza di gusto geometrico e l'appetito del reale, del particolare, quasi del sensazionale... sconta la sua natura di saraceno sempre esitante tra astrattezza e documento» si può dire che è diventato (più o meno scopertamente) il punto da cui molti giudizi sull' opera di Bruno Caruso muovono, formula non dissimile da quelle che Tilgher negli anni venti escogitava per Pirandello e San Secondo: di una dualità drammatica tra vita e forma, tra caos e ordine, tra passione e ragione e, infine, tra sud e nord.
E non che formule siffatte (effettualmente riducibili ad una) non avessero allora, e non abbiamo anche in taglio a Caruso una loro rapida ed efficace esattezza: solo che bisogna articolarle in un processo di esperienza, di incidenza e coincidenza a volte imprevedibili, di risultati, la cui ampiezza e complessità è in rapporto diretto alla libertà con cui lo scrittore, l'artista, vi si muove dentro ed intorno: senza cioè prenderne eccessiva coscienza, senza arrestarsi a contemplarle, a rifletterle, a ripeterle a farsene, come purtroppo capitò a Pirandello, quello che fu detto il problema centrale.
La formula applicata a Caruso è senz'altro suggestiva e tocca radici abbastanza profonde di una storia, di un modo di essere e di una cultura non soltanto in dividuali. Ancora una volta, l'opera di un siciliano richiede un discorso sulla Sicilia. Recentemente Luigi Carluccio scriveva che «Caruso è l'uomo che si è dibattuto nella morsa di una situazione costruita di contrasti: da una parte l'inclinazione a vivere di sogni, secondo la natqrale malinconia del siciliano scampato ai saraceni, alle siccite, ai terremoti, alla stessa furia quotidiana di un sole mitico: dall' altra la consapevolezza, cosi profonda e viscerale da diventare una parte della sua natura, che i saraceni ritornano, che le siccite si ripetono, che i terremoti sconvolgono anch'essi con una certa cadenza la patria e la vita».
Ma per quanto riguarda i saraceni, non si può dire che l'esserne scampato o il pericolo che ritornino siano rispettivamente motivi di sollievo e di apprensione. Vittorini diceva di una «seduzione del cuore», di una «favolosa idea» che Michele Amari fanciullo forse si era formata della Sicilia musulmana - e così si può dire di ogni siciliano, e di Caruso attendibilmente. «Togliete gli arabi dalla storia di Spagna», diceva Ganivet ad Unamuno, «e di me non restano che le gambe». Toglieteli dalla storia della Sicilia, e di molti di noi non restano nemmeno le gambe - poiché la seduzione della mente che corrisponde a questa del cuore, altra favola, altro sogno, altro termine della fondamen¬tale dualità, cioè Federico II e il suo regno, non vive e non si dispiega senza la Sicilia musulmana.
Non è dunque che Caruso stia o ami stare in bilico tra queste due seduzioni, esitante: è che di fatto, nella lontana realtà della Sicilia, c'è stato un momento in cui la sintesi si è realizzata, irripetibilmente fino ad oggi, e dentro di sé e nel mondo di oggi perseguendola, egli si scontra in tutte le cose che la degradano e la negano. il Vietnam, il colonialismo, la mafia (non soltanto quella siciliana), la follia (non soltanto quella dei manicomi), le prostitute (non soltanto quelle dei marciapiedi), i generali, ogni forma insomma in cui la violenza e la perversione, il processo di metamorfosi dell'uomo nella bestia, si manifestano. E direi che nella rabbia con cui egli estrae e rappresenta le cose che degradano e negano l'uomo c'è un peculiare candore, uno stupore amaro e dolente da cui il segno prende più forza, si fa impietoso e inflessibile, sgradevole fino alla ripugnanza.
E così, in un corpus di disegni impressionante per quantità e qualità, l'artista ha registrato un repertorio dell'intolleranza attraverso i fatti e i personaggi che in questi ultimi anni il mondo ha tristemente conosciuto, sofferto: un repertorio di fronte al quale la polemica su impegno e disimpegno diventa piuttosto inutile se non addirittura stupida. Ma bisognerebbe ora dire della strada che Caruso ha fatto, da quando Sinisgalli presentava i suoi depositi di tavole, le sue edicole, i suoi cordari, le barche, le nasse, ad oggi. È una strada piuttosto lunga, ma di una coerenza e di un rigore eccezionali.
Formatosi in un ambiente culturale apparentemente eccentrico ma in cui di fatto, specialmente attraverso una esperienza autentica dell' Art Nouveau, si respirava un' aria europea. Caruso ha saputo seguirne, e per suo conto sviluppare, le vene più sicure. In un serio bilancio dell' arte italiana di oggi, a conti seriamente fatti, risulterebbe ad evidenza la sua posizione di artista puntualmente avvertito e sincronizzato ai movimenti di più durevole effetto.
Più che sincronizzato, anzi, addirittura in anticipo. E come i linguisti dicono che la profondità espressiva di una lingua, di un dialetto, di un linguaggio è in rapporto inverso all' area in cui vive, 1'esperienza prima di Caruso in un'area culturale ristretta gli ha permesso una possibilità di approfondimento incomparabilmente più importante e meno dispersiva di quella che poteva consentirgli un'area più estesa. E non che si voglia fare, genericamente, l'elogio della provincia; ma di una particolare provincia senz'altro, se ha permesso la formazione ed affermazione di un artista, come Bruno Caruso.

Edizioni Carte Segrete, 1968

Comunicato Stampa

MOSTRA PERSONALE di ARTE CONTEMPORANEA dell'Artista Figurativo, il M°Bruno Caruso, presso lo spazio espositivo della Associazione Culturale “il Crogiuolo” in località Civita di Bagnoregio, via S. Maria del Cassero s.n.c. da inaugurarsi il 25 del mese di novembre p.v.(2005) e concludersi il 19 del mese di febbraio p.v.(2006).

Il Maestro Bruno Caruso, celebrato dagli anni cinquanta, oltre che in Italia, già a Londra nel 55' e poi New York, Parigi… (Un Palio di Siena, Retrospettiva a Palazzo Venezia, cinquantanni di riconoscimenti ufficiali) da sempre amico dello scrittore Leonardo Sciascia (le cui parole accompagneranno la brochure di presentazione quale testo scelto per questa Mostra di Civita dal titolo “IL SEGNO dei Grandi Maestri”)ma anche di Elio Vittorini, Alberto Asor Rosa, De Chirico, Guttuso, Menotti e moltissimi altri intellettuali che hanno costellato il sentiero di questo importante secolo appena trascorso, lasciandoci orfani di se e di molti di loro, abbandonandoci al rimpianto per una concentrata sequenza di scomparse ravvicinate. Abbiamo fatto una scelta di amicizia evocativa. Avendo Bruno Caruso ormai acquisito il massimo dei riconoscimenti internazionali e l'attenzione dei critici contemporanei, Lui, contemporaneo presente del suo passato, intenso ed esistenziale in tutta la sua attualità, con il vissuto di cose “vere”, in amicizia ci aiuta, rafforza e si presta al consolidamento strutturale di una realtà espositiva e una attività Culturale in Civita (che lo merita) degna di mensione.

La rilevante caratura dell'artista e i riconoscimenti internazionali ufficiali di cui gode, ci suggeriscono il coinvolgimento degli esponenti istituzionali: Provincia di Viterbo, Assessorato alla Cultura e all'Ambiente, Consorzio Teverina, Regione Lazio, UNS (Unione Nazionale Scrittori e Artisti).
In perfetta empatia con il concetto dell'”Eccellenza Italiana” nelle sue massime espressioni, come le micro-macro realtà, quali i Piccoli Comuni, nel territorio del Bel Paese. Zoccolo duro nella filosofia di LegAmbiente, nella interpretazione di Ermete Realacci insieme alla sua Symbola (e di Mimmo De Masi), che seguiamo attivamente da quattro anni, e come nell'intento dell'Assessore Giulia Rodano attraverso il contenuto intrinseco nel coniato appello al ritrovamento del “Senso dei Luoghi”, noi pensiamo che il senso di questo sito particolare sia questo, una equazione estetica, una mostra nella mostra, e per questo ci battiamo per la sua manutenzione, difesa e protezione.

Per la Vernice inaugurale potremo vantare la partecipazione di altri artisti, addetti ai lavori, galleristi e personaggi pubblici che per consuetudine apprezzano da anni la qualità delle nostre confezioni e attività culturali, e presso i quali godiamo di stima e considerazione, come nei confronti del Maestro Bruno Caruso, il cui spessore è indiscusso e la cui notorietà è acclarata.
Nell'arco di tempo che sfiora i 3 mesi di esposizione saremo ulteriormente oggetto anche di visite sollecitate, pubblicizzate e indotte dalla costante comunicazione e aggiornamento operato dal nostro ufficio stampa, ma come pure dai visitatori escursionisti per Civita e da ulteriori presenze qualitativamente rappresentative dell'Arte Contemporanea e dello spettacolo nel cui ambito le nostre attività e l'opera di Bruno Caruso destano sempre un rinnovato interesse.


L'estetica può accendere la luce sulla verità che salverà il mondo dall'oscurità

p.c.

 

Il direttore artistico

Patrizia Sileoni



Mostra d'arte - Per Grazia Ricevuta - 2004/2005

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